L’isola di Trimelone a Brenzone è uno dei simboli della travagliata storia italiana del ‘900: custode e testimone delle due Guerre Mondiali e degli Anni di Piombo.
L’isola di Trimelone è una piccola isola di fronte ad Assenza di Brenzone. Apparentemente insignificante, in realtà è stata protagonista dei maggiori avvenimenti storici, soprattutto nel corso del ‘900.
Negli anni precedenti la “Grande Guerra” fu utilizzata come avamposto bellico per la sua posizione tattica sul confine con l’Impero austro-ungarico che correva all’altezza di Navene. Armata di due cannoni fu un distaccamento militare per alpini, fanti e bersaglieri finchè nel 1930, terminata la guerra, un’azienda bresciana la trasformò in cantiere per la lavorazione dei residuati bellici. Terminata la Seconda Guerra Mondiale, soldati della Wermacht, reparti italiani ed americani riversarono armi ed esplosivi nella zona tra Malcesine e Riva, rendendo la zona attorno all’isola una vera e propria discarica di guerra.
Nel 1954 avvenne il disastro, il 5 Ottobre verso le 23 un boato forse dovuto ad uno scoppio accidentale fece tremare la costa provocando la distruzione di circa metà dell’isola ed un incendio che durò tre giorni. Rocce e strutture del peso di oltre 15 tonnellate furono scagliate nelle acque del Lago di Garda, depositando sul fondale nei pressi dell’isola una quantità incredibile di ordigni, casse di esplosivo e materiale bellico di ogni sorta.
Il Comune di Brenzone negli anni ’60 acquistò l’isola dallo Stato per 800mila lire. Lo Stato accettò l’offerta a patto che il luogo fosse convertito in oasi naturale e adibito ad uso pubblico. Da allora sono state molteplici le proposte ed i progetti per utilizzare l’isola di Trimelone ma le difficoltà a reperire i fondi necessari alla bonifica dell’isolotto hanno impedito che le opere prendessero avvio.
In tempi recenti i sub dell’Arma hanno scoperto e rimosso 24,700 ordigni esplosivi nella fascia di profondità tra i 10 e i 40 metri, tra cui bombe, granate e spolette, tavolette di plastico e parecchio T4, composto anche di tritolo.
Una serie di accertamenti sono stati disposti dalla magistratura per verificare se l’ esplosivo recuperato abbia delle analogie con quello utilizzato per le stragi nere che dal ’68 in poi hanno insanguinato l’ Italia, compresa quella di Bologna che portò alla morte di 85 persone. Alcuni esponenti dei Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari) hanno rivelato che i primi ad indicare i fondali intorno all’isola Di Trimelone, sarebbero stati alcuni vecchi aderenti alla Repubblica di Salò che avevano seguito l’esercito hitleriano in ritirata verso il Brennero. Le bombe ed i proiettili vennero recuperati da alcuni appartenenti al gruppo terroristico e l’ipotesi è che questi ne utilizzarono il contenuto per compiere attentati come quello del 28 maggio 1974 in piazza della Loggia a Brescia (8 morti e 105 feriti) e del 4 agosto dello stesso anno sul treno Italicus (12 morti e 105 feriti).
Oggi l’isola di Trimelone è un’oasi ambientale, la Società botanica italiana ha classificato sull’isola pioppi, oleandri, seneci, sambuchi, rovi e vi trovano rifugio numerosi gabbiani e cormorani che qui nidificano in un’oasi di quiete, indisturbati.
Sono ancora ben visibili alcuni edifici militari: la caserma, il fortino ed un piccolo porto ormai smantellato.
Vige il divieto di sbarco, di attracco, di pesca e di avvicinamento vista la pericolosità del sito, dove resta stoccata ancora una quantità notevole di materiale bellico.
Il mezzo migliore per ammirare l’unicità e la bellezza di Trimelone è la barca a vela, trasportati dal vento in armonia con l’ambiente circostante, ci si può avvicinare abbastanza per osservare lo spettacolo di questa isola selvaggia e misteriosa.